Di Stefano: «Unica strada per salvare i tribunali era la mia proposta bocciata nel 2015»

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LANCIANO. «Il Presidente Luciano D’Alfonso si mobilità a chiudere la stalla quando i buoi sono già fuggiti, e la senatrice Federica Chiavaroli sostiene che c’è ancora tempo per delle proposte, come se lei non fosse una componente di questa maggioranza»: l’onorevole Fabrizio Di Stefano (FI) commenta così l’incontro di Pescara sulle circoscrizioni giudiziarie cosiddette minori dell’Abruzzo.

«In verità l’unica proposta percorribile per salvare i tribunali minori sarebbe stata quella di approvare il mio emendamento, che nel novembre 2015 ho presentato nella Legge di stabilità e che mi è stato bocciato», afferma Di Stefano, «un emendamento in cui chiedevo di sgravare gli enti locali dei costi del personale, pari a circa l’80% del totale, spese che comunque rientrano nelle competenze del ministero: in questo modo le Regioni avrebbe speso solo per le utenze e la gestione della struttura, così la spesa sarebbe stata ampiamente sostenibile».

«Ad ogni buon conto io potrei essere disponibile a qualsiasi cosa, anche a incatenarmi sui banchi del parlamento, ma lì vige la chiara legge dei numeri e la maggioranza appartiene a quei numeri», sottolinea Di Stefano, «gli stessi per i quali D’Alfonso si è battuto in lungo e in largo per il Sì al Referendum, che hanno permesso alla Chiavaroli di fare il sottosegretario, carica che per il bene dell’Abruzzo le auguro di rivestire anche nel Governo Gentiloni, e che, ieri come oggi, mi vedranno all’opposizione perché io sono stato eletto a destra e a destra rimango».

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