Sevel, crisi dei microchip: si passa da 18 a 15 turni e restano a casa 650 trasfertisti e 300 precari

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ATESSA. Ha avuto gravissime ripercussioni su Sevel la situazione di crisi nella fornitura di semiconduttori necessari per le parti elettroniche del Ducato. Questa mattina l’azienda ha comunicato che lo stabilimento sarà costretto a tornare, dal 27 settembre, da 18 a 15 turni e a rimandare a casa circa 650 trasfertisti provenienti da altri stabilimenti della galassia Stellantis, principalmente Pomigliano, Melfi, Cassino e Termoli. Allo stesso modo non saranno riconfermati 300 dipendenti con contratto di somministrazione. Un colpo durissimo per Sevel che era nel pieno di una crescita produttiva e che aveva effettuato il passaggio da 15 a 17 turni nell’ottobre 2019, e poi a 18 turni lo scorso 2 maggio per far fronte a maggiori richieste di mercato.

“La situazione che stiamo vivendo a seguito della mancanza di semiconduttori provenienti dai paesi asiatici sta causando continui fermi produttivi allo stabilimento Sevel, con gravi ripercussioni per l’indotto – dichiara Domenico Bologna, segretario interregionale Fim Abruzzo e Molise – Negli ultimi mesi e nonostante la variante delta, grazie alle vaccinazioni si intravedevano i primi risultati di ripresa economica globale, ma il continuo innalzamento dei prezzi delle materie prime, la stangata sulle bollette dell’energia senza precedenti a famiglie e imprese, i costi per la fornitura di gas naturale in aumento, la mancanza di infrastrutture regionali, ci sta facendo scoprire un paese estremamente fragile. Dal nostro punto di vista se non si prenderanno scelte consapevoli, nel prossimo futuro si potrà mettere a serio rischio tutto il tessuto manufatturiero del nostro territorio. Dopo decenni che ha visto lo stabilimento Sevel in continua crescita, creando nuova occupazione e dando futuro di prospettiva a tutta la regione, per la prima volta a causa del problema di approvvigionamento dei semiconduttori, la Sevel comunica nella giornata odierna al comitato esecutivo di fabbrica un ritorno dai 18 ai 15 turni dal 27 settembre. Come sindacato abbiamo cercato di salvaguardare, così come chiesto dal consiglio di fabbrica e l’occupazione locale. L’azienda, a differenza di quando dichiarato in precedenza, ha annunciato il ritorno di tutti i trasfertisti attualmente in Sevel nei siti di appartenenza, mentre parte degli staff leasing verranno mantenuti in organico. Questa situazione desta molta preoccupazione sia per la tenuta del sistema, sia per le ripercussioni che tale scelta potrebbero portare alle aziende che producono per Sevel. Il governo regionale e nazionale oggi più che mai sono chiamati a trovare soluzioni condivise con aziende e parti sociali al fine di continuare a garantire i livelli occupazionali nella nostra regione”.

“La crisi di approvvigionamento dei microchip rende oramai inaccettabile l’atteggiamento di inerzia del Ministero dello Sviluppo economico, che nonostante le ripetute sollecitazioni non si decide a riconvocare il tavolo di confronto con Stellantis insediato a giugno”. Lo dichiarano Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto.
“Non senza fatica a giugno – affermano Palombella e Ficco – eravamo riusciti ad aprire un confronto sul futuro piano industriale con il nuovo management di Stellantis, oggettivamente a trazione e già francese. Nel mese di luglio abbiamo poi raggiunto un accordo importantissimo per Melfi, con missioni produttive sul lungo periodo, e infine abbiamo ottenuto l’impegno a fare in Italia la nuova gigafactory, precisamente a Termoli. Ma resta da discutere il futuro di tutti gli altri stabilimenti italiani e l’aggravarsi della crisi di approvvigionamento dei microchip rende tutto più complicato”.

“Abbiamo scritto al Ministro Giorgetti – concludono Palombella e Ficco – per chiedere la ripresa immediata del confronto e per segnalare che la crisi di approvvigionamento dei microchip sta colpendo molto duramente le fabbriche italiane, da ultimo la fabbrica abruzzese Sevel per cui oggi è stato annunciato un passaggio da 18 a 15 turni settimanali. Ciò provoca nell’immediato un problema salariale e in prospettiva può comportare pesanti rischi occupazionali e industriali, giacché la situazione di difficoltà delle forniture dovrebbe durare probabilmente fino a primavera secondo le stesse stime aziendali. L’Italia non può permettersi di arrivare in ritardo rispetto alle alte potenze industriali nel ripristino delle forniture, come purtroppo in troppi casi è avvenuto in passato”.

Intanto l’azienda ha diffuso una nota: “Le fluttuazioni dei mercati nazionali e internazionali generate dalla pandemia e dalla carenza di chip sono fonte di un crescente senso di incertezza – scrive Sevel – e l’azienda sta attuando le migliori soluzioni logistiche per difendere i propri lavoratori e l’intera organizzazione. La conclusione di una parte dei contratti di somministrazione in Sevel rientra nelle normali attività di gestione della forza lavoro di Stellantis in tutti gli stabilimenti europei nell’ambito di questi momenti di instabilità che riguardano tutto il settore automotive mondiale. Ribadiamo che il nostro obiettivo è tutelare l’azienda ed i propri lavoratori. L’evoluzione della situazione, considerata l’incertezza della stessa, è monitorata quotidianamente”.

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