Gli operatori della Costa: “No al petrolio, ci distruggerà”

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Gli operatori in conferenza stampa sul trabocco Punta Tufano
Gli operatori in conferenza stampa sul trabocco Punta Tufano

ROCCA SAN GIOVANNI. Che ne sarà del turismo in Abruzzo con l’arrivo del petrolio? Che fine faranno le 3mila attività, solo nella Costa dei trabocchi, che danno lavoro ad oltre 15mila persone? Sono le domande che hanno animato le associazioni di categoria e gli operatori della costa per dire no una volta per tutte alle piattaforme petrolifere Ombrina Mare ed Elsa 2, progetti di perforazione ed estrazione del petrolio che rischiano di deturpare per sempre un territorio ancora selvaggio e che si sta da pochissimo affacciando al turismo internazionale.

Ristoratori, proprietari di hotel e bed&breakfast, assieme alle associazioni Intour, Confesercenti e Confagricoltura hanno deciso di partecipare alla manifestazione contro il petrolio di scena a Lanciano il prossimo 23 maggio. “E’ fondamentale esserci il 23 e battersi con decisione contro questi progetti – spiega Pasquale Cacciacarne, dell’associazione B&b Costa dei trabocchi – la nostra costa è un territorio di altissima qualità per le sue bellezze paesaggistiche, la cultura, tradizione e storia che possiede: tutti beni materiali e immateriali da tenere in altissima considerazione nelle azioni economiche e sociali della Regione dal momento che sono anche tutelati dalla carta costituzionale”.

Dal rapporto Ecotour 2014 risulta che tra i segmenti più rappresentativi del turismo natura ci sono le aree protette, le riserve marine, il turismo rurale, tutti aspetti che il territorio abruzzese e la Costa dei trabocchi possiedono già. Ed è in forte ascesa il turismo natura e il segmento che riguarda il cicloturismo. “Il Trentino – prosegue Cacciacarne – ha investito moltissimo nel settore bike, con il risultato di 3milioni di presenze annue, un numero che potremmo raggiungere benissimo anche in Abruzzo”. Questo grazie ai 131 chilometri di potenziale pista ciclabile sulla costa su cui la Regione ha già investito 32 milioni di euro. Si tratterebbe della pista ciclabile più lunga d’Europa.

Anche il Parco nazionale della Costa dei trabocchi potrebbe essere un motore potente per l’economia costiera. Lo dimostra un altro studio Ecotour del 2015 che ha verificato il grado di attrazione dei parchi nazionali in Italia. Nella top ten c’è proprio il Parco nazionale d’Abruzzo. “Questa è la dimostrazione – interviene Enzo Giammarino, direttore regionale di Confesercenti – che l’Abruzzo deve tornare a scommettere sui parchi in una logica di inclusione e di partecipazione di tutto il territorio”.

Di contro c’è l’esempio, tragico, della Basilicata. “Ci sono stato recentemente – commenta Giammarino – e il panorama è assolutamente desolante. La Basilicata è diventata un distretto minerario, è devastata. Bisognerebbe organizzare dei pullman dall’Abruzzo per far capire cosa ci è stato risparmiato finora. Il petrolio qui porterebbe si e no una trentina di posti di lavoro e decenni di desertificazione del territorio e dell’economia locale. Tutte le nostre attività sono connesse ad un tessuto fortemente antropizzato, incidere su queste realtà significherebbe la morte del territorio”.

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